Tempo di saldi, ma il meteo non fa sconti

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Sono la bella stagione dello shopping, i saldi. In passato arrivavano 2 volte l’anno – dopo Natale e le vacanze estive – per tenere acceso il motore dell’economia dopo l’”accelerata” rispettivamente dei regali e dei viaggi.

Percepiti come una manna per l’acquisto migliore, dall’elettronica all’abbigliamento, rispondono a qualsiasi tipo di interesse.

Oggi i saldi, come il meteo, non hanno più un inizio nè fine. Tra promo di inizio stagione e ribassi alle fine, con in mezzo gli sconti per la notte bianca o il black Friday, che diventa una settimana intera, abbiamo le case, dai ripostigli alle cantine, armadi e cassetti compresi, stra-pieni della qualunque.  Qualunque cosa senza cui la nostra esistenza sarebbe inaffrontabile, impensabile… insostenibile! Ma come hanno fatto tutte le generazioni precedenti?!

E nella stressante corsa all’occasione imperdibile quello che non si sostiene più, oltre ad una vita da criceto ad inseguire tutto questo, è l’innalzamento della temperatura terrestre, per l’inquinamento.

Il cambiamento climatico, dalle fioriture fuori stagione al caldo prolungato e sopra la norma, è sotto i nostri occhi – non una boutade da complottisti – come tutta una serie di disastri, violenti e molto pericolosi, di difficile previsione.

Ora infatti non vediamo più quei temporali estivi che scaricavano qualche lampo e tuono senza gravi conseguenze, ma trombe d’aria, bombe d’acqua, alluvioni. Sono tristemente all’ordine del giorno straripamenti di canali e fiumi che se prima erano vuoti e secchi, poi non riescono a contenere nè assorbire la pioggia per la rapidità e quantità con cui arriva. E tragiche esondazioni travolgono persone, case e attività lavorative: sai quanti zeri hanno i danni di tutto questo?… Altro che saldi!

Sul riscaldamento globale grava anche il settore tessile, dopo quello energetico e agrario.

L’industria dell’abbigliamento spreca considerevoli quantità d’acqua per la produzione di tessuti e il loro trattamento cromatico. Sporca e inquina preziose e fondamentali risorse come l’aria, l’acqua e il suolo del nostro pianeta, che entrano anche nel nostro corpo quando respiriamo, mangiamo e beviamo.

Produzioni di capi in grandi volumi rispetto al reale bisogno delle persone, considerate più acquirenti che esseri viventi dai managers delle multinazionali nel raggiungimento dei propri budgets, spesso vengono eliminati, triturati o bruciati. Quindi doppio inquinamento: prima per farli poi per distruggerli.

Si, parliamo di fast fashion. Abbigliamento di qualità scadente, che ai brand del low cost non conviene gestire se invenduto o reso. Meglio eliminarlo per il loro scarso valore.

Allora perché barattare la nostra salute e casa nostra, il nostro ambiente, per qualcosa che non vale nemmeno di esistere?

Siamo sicuri che il tema ambientale, che i governi affrontano con ancora poca convinzione (forse perchè è l’economia a governare la politica), non verrà fatto pagare ai “soliti”? Ovvero che i saldi non siano un’opportunità più per le aziende che per i consumatori? 

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Beh non so tu, ma noi non vogliamo essere i soliti “idioti”! E questa è la nostra soluzione:  Boutique Online

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